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I CONSUMATORI ABITUALI SONO MENO BRILLANTI E CONSAPEVOLI DEI LORO ERRORI - FURIO RAVERA - 12 OTTOBRE 2017

Ma chi l'ha detto che fumare marijuana aumenta la creatività? La cannabis, in realtà, rende il cervello meno brillante e meno consapevole dei propri errori, arrivando addirittura ad alterare nel lungo periodo quei circuiti nervosi che comunicano attraverso la dopamina. E' quanto dimostra uno studio condotto dallo psicologo Mikael Kowal all'Università di Leiden, nei Paesi Bassi.

Incuriosito dal luogo comune che associa il fumo alla creatività, il ricercatore è andato a indagare il cervello di 40 consumatori abituali di cannabis e lo ha confrontato con quello di 20 persone che non facevano uso di sostanze.
Messi alla prova, i consumatori di cannabis sono risultati meno brillanti nelle attività di brainstorming con cui solitamente si stimolano pensieri fantasiosi e creativi. Il loro cervello, annebbiato da una dose abbondante di cannabis, si è dimostrato anche più lento e farraginoso nei processi di analisi degli errori che attiviamo incosciamente subito dopo lo sbaglio, così come nei processi di analisi degli errori che mettiamo in atto in modo più consapevole in un secondo momento. «Conoscere meglio questi meccanismi è fondamentale per migliorare i percorsi terapeutici per la cessazione della dipendenza», spiega Kowal.

Il suo studio dimostra anche che l'uso abituale di cannabis può comportare problemi a lungo termine, perché nel cervello va a ridurre la produzione della dopamina,l'ormone del benessere legato anche all'apprendimento. Questi risultati, apparentemente in contraddizione con quelli di studi precedenti, potrebbero essere spiegati in base all'età a cui i soggetti esaminati hanno iniziato a fumare. Altre differenze riscontrate da individuo a individuo, secondo Kowal, potrebbero essere dovute al tipo di cannabis consumata e ai meccanismi neurobiologici tipici di ciascun cervello.