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I PROGRAMMI TERAPEUTICI PER LE FAMIGLIE DEI PAZIENTI CON DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÀ - STATE OF MIND IL GIORNALE DELLE SCIENZE PSICOLOGICHE - 30 MARZO 2016

Familiari di pazienti borderline

 

Il ruolo del familiare del paziente con disturbo borderline di personalità (DBP) è mutato profondamente nel corso degli anni. Da un possibile responsabile, colpevolizzato ed escluso dal percorso di cura, è stato eletto a una posizione sempre più prossima al concetto di "co-terapeuta". Nonostante i cambiamenti avvenuti, i caregiver si trovano spesso ancora oggi da soli ad affrontare le situazioni critiche e il carico che ne deriva.

 

Le ricerche che indagano le problematiche dei familiari di pazienti borderline pongono l'accento sullo stress psicologico a cui sono soggetti, suggerendo l'importanza di un intervento di supporto a loro destinato. Emergono inoltre difficoltà interpersonali caratterizzate da forte conflittualità e criticismo, elementi solitamente correlati a recidive. Le linee-guida individuano nell'intervento per le famiglie uno degli elementi fondamentali nel trattamento di queste persone, e prevedono di fornire loro informazioni sulla diagnosi e sul decorso del disturbo, sulla risposta al trattamento e sui fattori patogenetici noti, ma anche di suggerire tecniche per la gestione dei momenti critici.

 

Una recente revisione della letteratura (Martino et al., 2014) ha descritto la problematica del carico dei familiari di pazienti borderline e ha presentato lo stato dell'arte sugli interventi a loro destinati.

 

I programmi terapeutici per i familiari di pazienti borderline

 

Esistono due categorie di programmi familiari di pazienti borderline: la psicoeducazione familiare e l'educazione familiare. La psicoeducazione familiare viene condotta da professionisti della salute mentale e prevede la partecipazione dei familiari e, in alcune fasi, anche dei pazienti. Nella seconda categoria di interventi, sono invece i caregiver a tenere, dopo opportuni training, interventi educativi rivolti unicamente ai conviventi dei pazienti. I programmi di psicoeducazione, proposti già dagli anni '80, sono stati formulati nel tempo con modalità molto eterogenee.

 

Tali programmi aiutano i caregiver ad acquisire conoscenze e strumenti per promuovere il benessere del paziente e di ridurre il carico derivante dalla cura offrendo supporto diretto al familiare.