In condizioni normali, l'umore oscilla tra i due poli della tristezza e della gioia. Quando le oscillazioni sono sproporzionate per intensità e/o durata, si parla di disturbi dell'umore.
Si parla di depressione quando il tono dell'umore normale si abbassa, generando uno stato d'animo caratterizzato da profonda tristezza, pessimismo, perdita d'interessi, tendenza all'affaticamento, insonnia o ipersonnia, difficoltà di concentrazione, perdita o notevole incremento dell'appetito e svalutazione delle proprie capacità.
La depressione può caratterizzarsi per diversi livelli di gravità. Nelle forme più gravi i sintomi sono intensi e perdurano nel tempo, con grave compromissione delle attività quotidiane.
L'ansia invece è un'emozione che proviamo tutti, generata da un meccanismo psicologico di risposta allo stress, utile perché ci mette in guardia dai pericoli e può, se non eccessiva, migliorare le prestazioni. L'ansia assume una connotazione patologica quando è sproporzionata rispetto alla situazione, e persiste anche in condizioni non stressanti.
Si parla di disturbo bipolare quando il tono dell'umore oscilla fra fasi depressive e fasi maniacali. La fase maniacale si caratterizza per uno stato di eccitamento caratterizzato dalla presenza di un umore particolarmente euforico, o da particolare irritabilità.
Il paziente in fase maniacale mostra un'idea grandiosa di sé, è più loquace del solito, è facilmente distraibile e può avere la sensazione che i pensieri si succedano molto rapidamente nella sua testa, può mettere in atto comportamenti impulsivi quali spese eccessive e investimenti inappropriati, comportamenti sessuali disinibiti e in generale attività ludiche (anche gioco d'azzardo) pericolose per la propria incolumità.
L'attacco di panico è caratterizzato da un periodo preciso d'intensa paura o disagio, ad insorgenza improvvisa, accompagnato da sintomi somatici intensi che raggiungono il culmine in dieci minuti e di solito scompaiono pochi minuti dopo. Alcune persone riferiscono la paura di morire, di impazzire, o di perdere il controllo su di sé. Altre riferiscono una forte difficoltà respiratoria, il timore di avere un infarto, o una paralisi. L'angoscia provata è talmente intensa da determinare nella persona ansia anticipatoria, cioè la paura di avere un altro attacco, e comportamenti di evitamento dei luoghi ove l'attacco di panico si è verificato.
Il disturbo post-traumatico da stress si manifesta con una serie di sintomi innescati da un evento traumatico particolarmente intenso, drammatico, pericoloso, come catastrofi naturali, violenze personali, incidenti o lutti. L'evento traumatico può riguardare direttamente la persona, o altre a lei vicine cui è affettivamente legata.
Il disturbo si caratterizza per la comparsa di diversi sintomi quali immagini o pensieri intrusivi, flashback o incubi ricorrenti che fanno rivivere il trauma, tendenza persistente all'evitamento di circostanze che possono rimandare al trauma e disagio intenso se esposti a esse, uno stato di eccessiva attivazione che si può manifestare con ipervigilanza, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà di concentrazione, insonnia, esagerate risposte di allarme.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è solitamente caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, più raramente si possono osservare ossessioni senza compulsioni e viceversa.
Le ossessioni sono pensieri o immagini mentali che si ripetono nella mente e che vengono percepiti come sgradevoli e intrusivi sia perché generano emozioni negative, sia perché la persona sente di non poterle controllare, tanto che nella maggior parte dei casi si sente costretta a metter in atto una serie di comportamenti ripetitivi o azioni mentali, detti compulsioni, per ridurre l'angoscia sempre più crescente.
Le ossessioni più comuni sono la paura dello sporco e dei germi e il timore di perdere il controllo dei propri impulsi aggressivi. Le compulsioni più comuni sono lavarsi le mani, riordinare, controllare di avere chiuso correttamente casa, auto e di avere spento interruttori vari, oppure ripetere formule superstiziose, contare, pregare. Questi comportamenti e azioni mentali riducono l'ansia solo per breve tempo.
Nei casi più gravi si osserva la perdita di critica rispetto all'irrazionalità delle proprie ossessioni e compulsioni.
Terapia
Nei disturbi dell'umore e d'ansia è indicata una terapia farmacologica con farmaci antidepressivi, ansiolitici e stabilizzanti dell'umore. L'approccio farmacologico andrebbe integrato con un percorso psicoterapeutico e/o un intervento basato sull'apprendimento della Mindfulness. Nei casi caratterizzati da intenso malessere, risulta indicato un ricovero ai fini di impostare la farmacoterapia con un monitoraggio quotidiano del quadro clinico e della tollerabilità della farmacoterapia in un contesto in cui il paziente possa sentirsi sostenuto e tranquillizzato.
Per il disturbo post-traumatico da stress è di particolare efficacia la concomitanza di una terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).